domenica 18 agosto 2013

Sculacciata e educazione

Qualche anno fa vidi in Italia una trasmissione Rai nella quale si parlava, con fare abbastanza disinvolto, di un fatto avvenuto ad un nostro connazionale in vacanza in Svezia. Quest'uomo, un padre di famiglia qualsiasi, era stato prontamente denunciato e arrestato per  aver dato, in pubblico, uno schiaffo al figlio. I giornalisti Rai raccontavano la cosa con stupore e ironia, proprio come fosse una cosa assurda, sorridendo divertiti della reazione spropositata della polizia svedese per un fatto di così poco conto.
All'epoca non ero ancora madre, ma in quanto figlia e al di là delle risatine dei giornalisti, questa storia non mi è sembrata per niente assurda. L'ho lasciata li' a depositare in un qualche cassetto polveroso della mia memoria per ritirarla fuori al momento opportuno, quando cioè anch'io sarei diventata genitore. Ed eccoci al dunque...

Picchiare un figlio è il diritto di un genitore? La sculacciata è educativa?

Al di là delle usanze o degli slogan in difesa dell'infanzia per me picchiare un bambino è una vergogna e non fa parte di un progetto educativo.

Proverò a spiegare il perché.

Dicevo, la violenza fisica procurata ad un bambino non ha nulla a che vedere con l'educazione. Picchiare un bambino è animale. Gli animali usano la violenza contro i loro cuccioli perché non hanno la parola. 
Ora, che un genitore che non ce la fa più, che è al limite della sua pazienza e sopportazione possa dare una sculacciata, credo si possa comprendere, ma questo non significa che lo fa per educare il figlio.
Io stessa mi sono resa conto che quando sono a due dita dal mollare una sberla a mia figlia è perché non ce la faccio più, ho i nervi a fior di pelle e ho fisicamente bisogno di dagliela, per sfogarmi. Non lo faccio cioè per lei, per educarla, ma per liberarmi e scaricarmi. 

Françoise Dolto consiglia alle madri che si sentono eccedere dal comportamento dei loro figli, di prendere un cuscino e di picchiarlo dicendo al bambino "ecco cosa mi fai venire voglia di farti", a questo punto il bambino capisce quello che sta succedendo e in genere le cose si calmano. Al contrario il bambino che viene effettivamente picchiato non capisce assolutamente quello che succede perché in realtà, secondo la psichiatra, il bambino gode nell'essere picchiato dalla madre. In effetti la sculacciata provoca delle sensazioni genitali, una goduria orgastica nel bambino. In questo modo il bambino che viene sculacciato fa in genere di tutto per essere picchiato ancora e si cade in un circolo vizioso. C'è dunque molto poco di educativo nella sculacciata e ancor meno nelle sberla che invece è umiliante e spinge il bambino verso derive masochiste. E' quindi importante resistere ad un bambino che ci fa uscire dai gangheri, non picchiarlo e spiegargli quello che sentiamo, al limite sfogarci su un oggetto e mettere delle parole sulle nostre azioni perché il bambino capisca. 
Certo se capita di usare violenza (e puo' capitare!) bisogna sapersi scusare e spiegare al bambino che ci ha fatto andare fuori di testa con il suo comportamento.
In conclusione, secondo me, picchiare un bambino, non è un modo di  insegnargli a crescere e diventare grande ma, al contrario, ha degli effetti perversi e devastatori sul suo sviluppo.

Un'ultima frase di Dolto per far riflettere: "ma come potrebbe una persona umana decidere di picchiare un bambino se non perché è repressa nella propria libidine?"

Dans le pays de la fessée interdite - Doc ARTE
Les étapes majeures de l'enfance - F. Dolto