martedì 2 ottobre 2012

I bambini e il tempo

Tic-tac, tic-tac... Cosa ne sanno i bambini del tempo? In effetti molto poco, visto che non ne hanno praticamente alcuna concezione almeno fino ai cinque, sei anni di età.

Tutti i neo-genitori, prima o poi, pronunciano la frase fatidica: "fra un'oretta usciamo"... a quel punto il pupo si piazza davanti alla porta (con l'abituale scorta di giocattoli al seguito) e inizia a frignare, lamentarsi e battere i piedi dal momento che quella porta resta inspiegabilmente e drammaticamente chiusa. Perché di questa nostra frase il bimbo capisce unicamente che si esce, per lui "fra un'ora", "domani mattina", "ieri", "fra una settimana"... non significano proprio un bel niente!


La persistenza della memoria, 
Salvador  Dali' -1931


E' solo verso i tre-quattro anni che iniziano a capire concetti come "dopo", "prima", "aspetta un momento" o "subito", ma a quest'età la concezione del tempo resta ancora piuttosto fluida. 

Bisognerà aspettare l'inizio della scuola elementare perché comincino davvero a familiarizzarsi con i concetti di passato, presente, futuro e di durata.




I bambini, più che all'orologio, sono legati a riferimenti temporali concreti come l'ora in cui il papà rientra, l'ora delle nanne, quella della pappa... Quindi invece di dire soltanto "fra un po' usciamo", per aiutare i nostri bambini possiamo ad esempio aggiungere "quando hai finito il biberon e hai messo le scarpe usciamo". Non dico che i più diavoletti non avranno la tentazione di uscire all'istante, ma almeno avremo qualcosa a cui aggrapparci per spiegagli, con termini che possono comprendere, per quale ragione non si esce subito.

E' per questo che è fondamentale, nei primi anni di età, cercare il più possibile di mantenere ritmi regolari. I bambini piccoli adorano la routine. Fare sempre le stesse cose, alla stessa ora, in maniera ripetitiva e magari per noi un po' noiosa è un fatto rassicurante per un bambino, perché non sapendo situarsi temporalmente nella giornata, si abitua al susseguirsi degli eventi e puo' facilmente prevedere cosa succederà rientrando dal parco o dopo il bagnetto. 

Dunque, se la concezione del tempo si fa strada lentamente nella mente dei nostri bambini, sta a noi genitori metterli nella situazione migliore per vivere questo passaggio pacificamente, con una certa possibilità a prevedere gli eventi grazie alla loro regolarità. La routine li conforta e li tranquillizza, un po' come una dolce ninna nanna. Per esempio, un bambino che ogni sera fa il bagnetto, cena, legge un  libretto, sempre lo stesso, 1000, 10000, milioni di volte (esperienza esaltante per un genitore...) e poi va a nanna, farà molta meno fatica ad addormentarsi di un bambino che non possiede alcun rituale serale... a ciascuno allora di trovare il suo, quello che gli conviene di più!

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