lunedì 29 ottobre 2012

Io, il concubino e il frutto del peccato

Io al matrimonio ho sempre detto no. Intendo al MIO matrimonio, evidentemente.
Purtroppo, malgrado le apparenze, credo non si tratti né di convinzione ideologica, né di opposizione militante, né di vis polemica, quanto piuttosto di una banalissima e volgarissima allergia: vestito bianco, foto di gruppo e torte nuziali m'han sempre fatto venire l'orticaria. Se ci penso mi escono orribili bolle ovunque, comincio a grattarmi e svengo per schock anafilattico. C'è chi è allergico al latte, chi al polline, chi ai frutti di mare... io sono allergica al matrimonio. Dev'essere una questione genetica... mah!

Motivazioni a parte, fatto sta che da qualche anno concubo (indicativo presente del verbo concubire??) con una persona, "il concubino" appunto, e da un po' abbiamo anche dato alla luce "il frutto del peccato", una bimba che non sa cosa farsene delle fantasiose allergie di mamma e papà. Eppure tutto cio' potrebbe costarle molto caro...

Infatti oggi in Italia figli legittimi e non, non godono degli stessi diritti. Cominciamo col dire che, nonostante non si usi più dire "figlio illegittimo", il figlio nato fuori dal matrimonio non puo' essere definito "legittimo" come quello nato da genitori regolarmente sposati. Si parla di "figlio naturale". Una differenza lessicale di per sé già inquietante e vergognosamente ipocrita: tanto valeva continuare a chiamarli illegittimi! 

Ma pur volendo tralasciare questo vizio di forma, il trattamento dei figli legittimi e naturali resta fondamentalmente discriminatorio anche nella sostanza. Due in particolare i punti chiave: i gradi di parentela e la questione dell'eredità.

Nonostante siano riconosciuti i nonni e i bisnonni, infatti, i figli naturali non possiedono, giuridicamente parlando, né zii, né cugini. Inoltre in caso di presenza di fratelli nati dentro il matrimonio,  l'eredità dei figli naturali potrebbe essere liquidata in denaro invece che per acquisizione dei beni loro spettanti e questo per preservare il patrimonio familiare. Sembra una pura follia, eppure è un'ingiustizia in piena regola.

Infine, se consideriamo parallelamente a cio' il vuoto legislativo in materia di unioni extraconiugali (Pacs, Dico, Unioni di fatto di ogni sesso e genere animale), mi domando se non ci sia in giro qualche matrimonio nato (comprensibilmente) più dal desiderio di tutelare i figli che dalla volontà spontanea di unirsi davanti a Dio e alla comunità. Chissà!


P.S. (= Per Sdrammatizzare)
In tutto questo resta una sola nota positiva: siccome nella madrepatria il mio Pacs francese non vale nulla, potrei contemporaneamente venire a sposarmi in Italia (con un altro uomo chiaramente) in tutta legalità. Se a qualcuno interessa...

3 commenti:

  1. Beh, certo che esistono. Solo io conosco almeno cinque coppie che si sono sposate solo dopo l'arrivo del primo figlio esclusivamente a vantaggio del figlio medesimo.
    Certo, poi non va sottovalutato l'amore e l'unità delle coppie in questione, che non hanno certo vissuto il passo come un sacrificio. Rimane il fatto che, com molte probabilità, se non fosse arrivata la voglia di contribuire allo sviluppo demografico, avrebbero continuato a vivere serenamente "nel peccato".
    :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente! Anche se il matrimonio in queste coppie diventa una scelta razionale e pratica piuttosto che un sogno d'amore non per questo gli sposi sono meno innamorati o il loro rapporto meno solido. Quanto al sacrificio, beh in un certo senso secondo me un qualche sacrificio c'è. E' il sacrificio di rinunciare alle proprie idee, alla propria convinzione di vivere un amore senza schemi, senza etichette sociali, senza fronzoli, in un'illusoria ma pur sempre fantastica sensazione di libertà... quella libertà che qualcuno ha chiamato "peccato"!
      Grazie mille per il contributo!

      Elimina
  2. Boh, non saprei. Per quello che vedo, che ho visto, la scelta è stata dettata dalla necessità di dare un futuro "meno complicato" al figliolo. Ci sono, come saprai, molteplici formule per sposarsi ed alcune non includono necessariamente "vestito bianco, foto di gruppo e torte nuziali". E', probabilmente, un piccolo sacrificio che (mi auguro) queste coppie hanno fatto senza sentirsi troppo in fase di rinuncia.
    Ovviamente la cosa più sensata e logica sarebbe avere leggi che tutelino le coppie e i loro figli in qualsiasi condizione sociale si trovino... Ma visto che qui, nel paese a forma di scarpa, siamo ancora piuttosto indietro, penso che alcune coppie abbiano scelto la via meno complicata.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina